Perché conversione e non riconversione o rivoluzione?

Perché conversione e non riconversione o rivoluzione?
Io non so se sia stato Alexander Langer ad utilizzare per primo questo termine. Suppongo di sì. Sicuramente è il primo che lo ha utilizzato con una certa sistematicità.
Fin dai primi convegni verdi, ed ancora oggi, si tende a parlare di riconversione ecologica dell'economia (accompagnato all'ossimoro di “sviluppo sostenibile”). Non vi è una visone complessiva. Siamo sempre imprigionati dallo sguardo dell'homo economicus che, ormai da un secolo e mezzo, tutto vede, teorizza e pratica in nome dell'economia, quasi- a voler riscrivere la Bibbia- Dio avesse creato il mercato e tutto il resto al seguito.
La riconversione parla sul piano economico, parla di un cambiamento delle attività produttive: la riconversione dell'industria bellica per esempio o di quella dell'automobile o di quella energetica.
Oggi, almeno a parole, tutti o meglio molti sono d'accordo sulla necessità di questa riconversione che al momento viene chiamata Green Economy o New deal ecologico.
Anche l'accoppiata di termini “rivoluzione verde” compare qua è là tra i più temerari. Ma è un concetto più impegnativo ed indigesto. L'esito delle rivoluzioni passate lascia spazio a poche speranze. Quanti sogni spezzati? Quanti “effetti collaterali” hanno letteralmente inficiato i buoni propositi iniziali? Quante restaurazioni traumatiche? Se riconversione parla sul piano economico rivoluzione parla sul piano sociale. E non vi è dubbio che per un prossimo futuro possibile e sostenibile vi sia bisogno di radicali cambiamenti su entrambi i piani.
Ma conversione ha un che di religioso, forse per questo è un termine che in politica stenta a decollare. Ci si converte dall'ateismo ad una religione o da una religione all'altra. Il cambiamento avviene, o dovrebbe avvenire, nell'intimo della persona (a parte crociate di tutti i tipi e missioni di un certo tipo che hanno preteso e pretendono di imporre con la forza tale cambiamento). La conversione può essere repentina nel proprio intimo ma infinitamente paziente nella storia. La visione escatologica permette di comprendere, perdonare, accettare tempi addirittura eterni, fino al martirio se necessario. Lungi da me l'idea di fare qualsiasi minima apologia del martirio resto affezionato all'idea di “conversione ecologica” perché riesce con due semplici parole a parlare di una necessità di cambiamento sui tre piani appena descritti e ad indicare un metodo, questo sì rivoluzionario, soprattutto in politica. Un metodo che guarda e valorizza la capacità di convincere e non quella di vincere, che parta dalla forza delle idee più che della forza dei numeri (che dovrebbe venire di conseguenza e non viceversa. Il dramma del Partito Democratico è proprio questo, che il ragionamento, semplificato, è stato: “costruiamo un partito forte, importante, che possa battere il centrodestra, poi pensiamo ai contenuti da dargli”. La forza di Euorope Ecologie in Francia sta nel processo diametralmente opposto).
Conversione ecologica indica la necessità di un cambiamento sì delle politiche economiche e produttive, sì di leggi e decreti, ma anche e soprattutto di un cambiamento sul piano individuale. Cambiamento che riguarda i consumi e gli stili di vita certo, ma con l’attenzione a non imprigionarci in nuovi piccoli integralismi (forse nemmeno noi saremmo capaci di vivere nelle utopie che raccontiamo ci avvisava sempre Langer), ma soprattutto che riguarda il nostro modo di relazionarsi con l'altro/a e la natura che ci circonda.

Commenti

  1. Ciao Pietro, non ci crederai ma io e Ruvolo abbiamo appena finito di scrivere il "documento di MCS" da leggere alla convention di Roma. Le coincidenze con quello che tu hai scritto non sono molte ma moltissime.
    Sono nuovamente fiducioso, vedrai che alla fine trionferà la "responsabilità" dei presenti. Ci vediamo a Roma.
    P.S.: hai la possibilità di vedere sul web la prima pagina de "La Sicilia" di Catania di oggi? Se sì, guarda le 2 notizie che vi appaiono: è lo specchio della Sicilia di oggi: grande e maledetta! E qualcuno tra noi sta ancora a litigare o pensa solo ai distinguo.

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