Invito a votare il simbolo numero 3 presentato dall'appello Abbiamo un sogno alle primarie della costituente ecologista e civica.

Cari/e, come sapete domani e Domenica sarà possibile votare per decidere il simbolo (e legato a questo il nome) del nuovo soggetto politico che si identifica nella nostra carta d’intenti Sono stati mesi di duro lavoro, di confronto aperto, di infinite discussioni, ricchi di soddisfazioni e di frustrazioni. Non siamo all’inizio e non siamo alla fine, siamo in mezzo al guado. Stiamo aggregando soggetti diversi tra loro per storia e appartenenza ma convergenti verso un unico obiettivo. Non serve qui rammentare che “indignarsi non basta” come dice Pietro Ingrao. Ma moltissime sono ancora le resistenze, le diffidenze e l’attendismo (vediamo cosa succede!). Prendo l’esempio della Toscana. I Verdi regionali sono tra coloro che temono che con questa operazione si voglia svendere o liquidare l’esperienza dei Verdi verso un soggetto di indefiniti "civici". La stragrande maggioranza dei movimenti civici toscani, viceversa, percepisce una forzatura dei tempi e una predominanza nel percorso dei Verdi, senza il necessario lavoro di coinvolgimento dei molti altri possibili soggetti interessati. Tutto vero, forse. Per chi è abituato a guardare sempre il bicchiere mezzo vuoto. Ma proviamo a rovesciare il punto di vista e guardiamo chi c’è, chi sono le persone “nuove”, esterne alla storia dei Verdi, che più credono in questo progetto: Domenico Finiguerra, Marco Boschini, Roberto Duraccio, Michele Dotti, Luca Fioretti, Vincenzo Cenname, Giuliano Tallone, Pino Romano (mi perdonino i molti che tralascio). Non c'è qui il tempo e lo spazio per raccontarvi le storie. Potete utilizzare la rete o chiedermi direttamente. Ma molti, fortunatamente, non sono più nomi nuovi e soprattutto nei territori di appartenenza hanno un forte radicamento. Si noterà la mancanza di nomi femminili. E’ un dato di fatto che ha fatto e fa riflettere. Ma come non si possono obbligare i movimenti civici ad aderire al percorso, come non si può evitare che una minoranza dei verdi vi si opponga, nemmeno si può pretendere che ci sia ciò che non c’è: una nutrita rappresentanza di genere femminile. Eppure sono convinto che nel procedere questo avverrà spontaneamente. L’umanità è composta da due generi. Dalla relazione e l’incontro tra i due nasce il futuro (anche biologicamente: i figli). Non è più pensabile una politica sostanzialmente monogenere basata su relazioni verticali di dominio e non su relazioni paritarie tra generi, generazioni, culture, individui, comunità e natura. Nel momento che riusciremo a trasmettere all’esterno il complesso lavoro di relazioni paritarie che sta dietro alla parte “emergente” di questo percorso, penso che certi nodi si scioglieranno da soli. Sul perché scelgo di votare il simbolo di “Abbiamo un sogno” vi rimando qui alla bella spiegazione di Michele Dotti, aggiungendo due cose: · Noi che veniamo dai Verdi dobbiamo riflettere sul perché l'esperienza storica dei Verdi italiani non ha mai coinvolto più del 3,8% degli elettori (percentuale massima raggiunta nelle elezioni europee del 1989, dove comunque, tanto per non smentirci, riuscimmo ad andare divisi, con i Verdi Arcobaleno che raggiunsero in contemporanea il 2,4%) e provare davvero a fare un passo indietro per farne dieci avanti insieme ad altre realtà nate negli anni sui territori in alternativa alla latitanza e all'autoreferenzialità di tutti i partiti. Per fare questo, pur nel pieno rispetto della storia di tutti e resa chiara la direzione in cui ci incamminiamo, occorre un forte segnale di discontinuità anche nel simbolo. · Eco non è solo un prefisso, eco è la stessa radice per ecologia ed economia e deriva dal greco oikos, che significa casa. Vogliamo costruire una casa, la più ampia e accogliente per tutti. Eco è anche una voce che rimbalza sui monti che viene da lontano. Metafora di voci di civiltà antiche distrutte dalla modernità che portavano valori essenziali da recuperare se vogliamo provare a tradurre in fatti il concetto di "conversione ecologica" per un domani possibile e sereno. Infine permettetemi un grazie particolare ad Angelo Bonelli, con il quale non sempre sono stato d'accordo e più volte ho discusso anche in modo animato. Non ho mai invidiato la sua posizione, facilmente raggiugibile dalle critiche esterne e interne ai verdi e propensa a lasciarti sommergere da una profonda solitudine. Ha dimostrato coraggio e tenacia. Sul gruppo “Ecologisti e Civici” Roberta Radich pochi giorni fa ha pubblicato: “To want control is the pathology! Not that the person can get control, because of course you never do... Man is only a part of larger systems, and the part can never control the whole..." "The question of how to transmit our ecological reasoning to those whom we wish to influence - in what seems, to us, to be an ecologically good direction - is (thus) itself an ecological problem”. -Gregory Bateson” La questione di come trasmettere il nostro ragionamento ecologico è di per sé un problema ecologico . Aiutiamoci a farlo nel miglior modo. Andiamo a fare un altro passo del cammino avviato. In bocca al lupo e buon voto! Pietro Del Zanna Qui il link che spiega come votare. Qui il link per votare.

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